In occasione della chiusura dell’anno sacerdotale, avvenuta l’11 giugno scorso, la Presidenza nazionale dell’Azione Cattolica Italiana ha indirizzato una Lettera ai presbiteri, per sottolineare i temi dell’unità, dell’impegno e del servizio comune alla missione della Chiesa.
Prendendo spunto dal fatto che l’anno sacerdotale, indetto dal Papa il 19 giugno 2009, in occasione del 150° anniversario del “dies natalis” di Giovanni Maria Vianney, ha contribuito a promuovere l’impegno d’interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti per una più forte e incisiva testimonianza evangelica nel mondo,ha voluto manifestare la propria partecipazione alle gioie e alle ansie che caratterizzano il ministero sacerdotale, rinnovando la disponibilità dell’associazione a collaborare con tutti i presbiteri, a supportare l’azione pastorale dei propri assistenti.
La Lettera, resa nota nel corso del Convegno delle presidenze diocesane Sulle strade dei cercatori di Dio. Azione cattolica, primo annuncio, riscoperta della fede– tenutosi a Roma dal 30 aprile al 2 maggio scorsi – sottolinea come l’ A.C. non sia scuola di santità solo per i fedeli laici, ma anche per i pastori che, come assistenti, sono a loro servizio, in un cammino congiunto di santificazione alla sequela di Cristo. “Il fine essenzialmente apostolico dell’AC, che comprende l’evangelizzazione, la santificazione e la formazione cristiana delle coscienze, non può essere raggiunto – infatti – senza la guida pastorale del ministero ordinato. L’ Assistente è presente assumendo il ruolo di maestro, di sacerdote e di guida, partecipando alla vita associativa come presbitero fra i laici, nel duplice rapporto di fraternità e di paternità, dando vita ad un rapporto di amicizia”. Un rapporto di amicizia che esige lo scambio di autentici valori umani, come l’onestà, la lealtà, lo spirito di servizio, la sincerità, la magnanimità, la gentilezza, la fortezza d’animo senza le quali non può esserci neanche vera vita cristiana.
Sostenendo i laici adulti nell’impegno di una vera maturità cristiana, il sacerdote, li fa apostoli nella vita coniugale e familiare, nell’attività professionale, nella partecipazione alla promozione cristiana della vita sociale e culturale come una presenza attiva e propositiva. Soprattutto oggi, in un tempo in cui c’è grande bisogno di laici responsabili, competenti, coerenti, disinteressati, intraprendenti. Laici seriamente indirizzati nell’assolvere le responsabilità connesse col proprio stato e sinceramente motivati alla diffusione del Vangelo.
” Con voi – recita la lettera – intendiamo arricchire il vissuto delle nostre comunità cristiane, in uno stile che faccia sperimentare agli uomini e alle donne di questo tempo la bellezza e la tenerezza dell’ amore di Dio; con voi desideriamo proporre esperienze di formazione per il quotidiano, che si traducano in recupero della popolarità della fede cristiana.
Abbiamo bisogno di fare discernimento grazie alla direzione spirituale; di essere guidati e motivati a un’intensa vita sacramentale, con particolare amore per l’Eucarestia… Sostenuti e accompagnati dalla vostra esperienza sacerdotale, vogliamo stare a spenderci nelle situazioni della vita che invocano la presenza di noi laici, con una testimonianza credibile e rispettosa dell’altro… per vivere sempre più autenticamente al servizio della missione della Chiesa“.
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